| Roberto Lucchetti, “DI DUELLI, SCACCHI 
      E DILEMMI – La teoria matematica dei giochi”, 2001 Paravia Bruno 
      Mondadori Editori (Pagine: 165)Dall’Introduzione: “La teoria 
      matematica dei giochi nasce, nel ventesimo secolo, per analizzare il 
      comportamento di più individui che interagiscono per i più svariati 
      motivi, e che hanno interessi diversi, anche se non necessariamente 
      opposti. L’interazione tra gli individui si esprime nel fatto che il 
      risultato conseguito da ciascuno dipende non solo dalle sue azioni, ma 
      anche da quelle altrui. Proprio come di solito succede nel 
      gioco.
 Quella dei giochi è dunque una teoria con obiettivi e programmi 
      ambiziosi. Per citare qualche esempio, a un esperto di teoria dei giochi 
      si chiede di determinare un meccanismo d’asta per la concessione delle 
      bande per i telefoni cellulari di nuova generazione, con l’intento sia di 
      massimizzare i profitti del governo, sia di evitare concentrazioni 
      oligopolistiche; si chiede di determinare con precisione la forza dei 
      partiti in una coalizione, in modo da distribuire incarichi in maniera 
      equa, si chiede di regolare in maniera ottimale il complicato processo 
      d’iscrizione degli studenti alle università (americane).[…]
 Perché 
      dunque scrivere, per i non addetti ai lavori, un’introduzione alla teoria 
      matematica dei giochi? Ho notato più di una volta che l’esposizione di 
      qualche suo semplice esempio spesso cattura l’interesse anche di chi, 
      istintivamente, rifugge dall’astrattezza o dal formalismo matematico. 
      Suscita cioè una curiosità, e una voglia di capire un ragionamento 
      matematico, che altre parti della matematica difficilmente riescono a 
      indurre.
 Per questo mi par giusto mettere in evidenza la potenziale 
      efficacia della teoria dei giochi, perché si ricredano, almeno in parte, 
      coloro che reputano la matematica incomprensibile per chi non sia un 
      esperto e pensano che i matematici siano gli adepti di una setta 
      esoterica. […]
 Inoltre, i legami naturali che la teoria dei giochi ha 
      con le altre discipline, dalla filosofia all’informatica, costituiscono 
      uno stimolo per lo svolgimento di un lavoro multidisciplinare di grande 
      efficacia formativa. […]
 Il cap. 1 è dedicato a un certo numero di 
      esempi che ritengo abbastanza significativi o che, semplicemente, mi sono 
      piaciuti: perciò li propongo ad altri. Sono per lo più descritti nella 
      forma cosiddetta estesa, cioè per mezzo di una struttura ad albero. Tra 
      questi sono particolarmente importanti i giochi a informazione perfetta, 
      che vengono discussi, anche nella loro forma normale, nei capp. 2 e 3, per 
      arrivare al bellissimo teorema di esistenza dell’equilibrio.
 I capp. 4 
      e 5 sono dedicati ai giochi a somma zero, che rappresentano la prima 
      grande categoria di giochi studiata, e che dà risultati particolarmente 
      soddisfacenti.[…]
 Il cap. 6 è dedicato al tema dell’equilibrio di Nash, 
      concetto indispensabile se si vuole uscire dall’ambito dei giochi a somma 
      nulla.
 Infine, il cap. 7 propone un piccolo assaggio della teoria 
      cooperativa.
 Nel tentativo di rendere il libro più scorrevole, alcune 
      dimostrazioni (non elementari), alle quali però non intendevo rinunciare, 
      sono state riportate nelle appendici. […]”
 Dalla quarta di copertina: 
      “[…] Roberto Lucchetti insegna Analisi al Politecnico di Milano, presso la 
      facoltà di Ingegneria con sede a Como.[…]"
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