Ultimo aggiornamento: 29/01/2005

 
     

Luca Viganò, “GALOIS”, il melangolo 2005 (Pagine: 139, escludendo quelle dedicate alle "Edizioni del Teatro Stabile di Genova")

Questo volume fa parte della “Collana del Teatro Stabile di Genova n° 112” e contiene principalmente il testo teatrale dello spettacolo “Galois”, presente al Teatro Duse di Genova dal 10 gennaio al 5 febbraio 2005.

Il libro comprende:

-         “Matematica e teatro: una grande emozione” (articolo di Michele Emmer)

-         Évariste Galois: matematico e rivoluzionario” (relazione di Mimmo Arezzo)

-         “Un tragico eroe romantico” (articolo di Luca Viganò)

-         “Galois” (testo teatrale di Luca Viganò)

-         “Lo spettacolo del Teatro Stabile di Genova” (pagine relative a foto e teatrografia sia dell’autore, sia del regista sia dei personaggi dello spettacolo teatrale “Galois”)

-         “Tra algebra e rivoluzione, la vita” (conversazione con il regista Marco Sciaccaluga, a cura di Aldo Viganò)

Nell’articolo Matematica e teatro: una grande emozione, Michele Emmer precisa, tra l’altro, come anche a teatro sia stato aperto uno spazio importante per la diffusione della cultura matematica e sottolinea che il teatro, il cinema e la letteratura hanno il compito di “emozionare”, coinvolgere, far discutere, non di “spiegare”.

Nella relazione Évariste Galois: matematico e rivoluzionario, Mimmo Arezzo argomenta il pensiero matematico di Galois ed evidenzia le analogie nei destini di Abel e di Galois:

Ø      entrambi credettero, in una breve fase della loro ricerca, di avere trovato il modo di risolvere le equazioni di quinto grado;

Ø      entrambi riscattarono questo errore dando sullo stesso argomento teoremi fondamentali;

Ø      entrambi ebbero maestri che si accorsero del loro genio e li servirono con devozione, fornendo loro i testi già famosi dei matematici contemporanei più illustri;

Ø      entrambi morirono giovani: Abel a meno di 26 anni e Galois addirittura a meno di 21

Vengono, poi, analizzate le possibili cause della morte di Galois (forse dovuta a una sua profonda crisi depressiva, esplosa a causa dell’ insuccesso sia accademico sia politico sia amoroso) e viene riferita anche l’ipotesi, formulata da Laura Toti Rigatelli (una storica della Matematica  dell’Università di Firenze) nel volumetto Matematica sulle barricate, Sansoni, 1993, dove non si esclude che Galois possa avere cercato di apparire vittima di un antagonista politico per provocare una nuova rivoluzione per destituire, dopo Carlo X, anche Luigi Filippo.

Nell’articolo Un tragico eroe romantico, Luca Viganò (ricercatore in informatica presso il Politecnico di Zurigo, Svizzera) precisa: “Ciò che maggiormente mi affascina nella figura di Galois è il suo essere un personaggio poliedrico: non solo un geniale matematico precoce, ma anche un attivista politico, oltre che, e forse soprattutto, un normale ragazzo vittima delle prime palpitazioni amorose e della paura di affrontare la vita.” Ha scelto, quindi, di raccontare la storia di Évariste Galois tenendo nella dovuta considerazione le sue tre passioni: la Matematica, la Politica, l’Amore. Il Galois di Viganò ci appare incapace di tollerare i propri difetti (quali l’irruenza, la scarsa pazienza e l’arroganza; quest’ultima deriva, però, dalla certezza delle proprie capacità ) ed è un personaggio che accoglie in sé un “ingorgo passionale” caratteristico dell’adolescenzialità; le sue tre grandi passioni s’intrecciano, si contraddicono e si feriscono a vicenda, cosicché Galois avverte di non aver tempo per sviluppare, in modo organico e completo, le sue eccezionali intuizioni matematiche. Egli è un adolescente e “vive l’età più dolorosa dell’esistenza umana, nei cui confronti il mondo adulto corre il rischio di essere sordo e cieco”. L’arroganza, l’antipatia e la presunzione, che contraddistinguono il personaggio Galois, sono raccontate come sue grida di dolore, richieste continue di essere capito, mentre il sistema a cui Évariste si oppone è fortemente autoritario, incapace di saper ascoltare e di capire le ragioni del giovane.

La scenografia che si presenta agli spettatori è rappresentata da uno spazio in bianco e nero, in cui domina una grande lavagna, dove il regista Marco Sciaccaluga ha pensato di attuare un artificio drammaturgico capace di contenere insieme la finitezza dell’esistenza umana e quella del teatro: ogni singola lettera del nome “GALOIS” è disegnata, con il gesso bianco,  tramite cerchi tangenti l’un l’altro, (che richiamano alla memoria l’idea della matematica e dei “gruppi”), contenenti ciascuno un numero; in totale i numeri che compongono il nome del protagonista sono compresi tra 1 e 30 e vengono cancellati, a uno a uno, “dal tempo che scorre al ritmo delle trenta scene che nel testo di Viganò raccontano la vita del geniale matematico”.