Ultimo aggiornamento: 17/06/2004

 
     
 
Piergiorgio Odifreddi "IL COMPUTER DI DIO - Pensieri di un matematico impertinente", Raffaello Cortina Editore, 2000
Nella "Prefazione" si precisa che i saggi, raccolti in questo libro, intendono presentare in maniera "programmaticamente divulgativa e augurabilmente piacevole" alcuni aspetti culturali della matematica. Si tratta esattamente di articoli, alcuni inediti e altri già pubblicati in varie sezioni del quotidiano <<La Stampa>>, tra il 21 agosto 1995 e il 16 febbraio 2000, articoli in cui si scoprono interessanti connessioni tra la matematica e ogni altro campo della conoscenza umana, dall'attualità alla politica, alla religione, alla filosofia, alla pittura, alla musica...
P. Odifreddi, ottimo osservatore, sottolinea che il logo, il quale appare, in copertina, accanto a "Raffaello Cortina Editore", è una spirale logaritmica e conclude la sua premessa con le seguenti parole: "Questa curva, che Jacob Bernoulli descriveva con il motto <<eadem mutata resurgo>>, (risorgo uguale eppur diversa), è un simbolo della buona divulgazione. Mi auguro che il libro sia all'altezza del simbolo, e spero che leggerlo diverta il lettore quanto scriverlo ha divertito l'autore."
Ogni articolo è decisamente interessante, ma, per evitare di dilungarmi troppo, mi soffermerò solo su alcuni, da me scelti o perché ritenuti particolarmente significativi, oppure perché hanno stimolato la mia soggettiva curiosità. Nel saggio "La commedia degli equivoci" viene trattato l'argomento inerente alle due culture: umanistica e scientifica. Nelle pagine 6 e 7 si legge: "[...]Umanisti e scienziati hanno il reciproco diritto di richiedere, così come il reciproco dovere di dare, alle altrui discipline, lo stesso sforzo di comprensione che essi dedicano alle proprie, la stessa padronanza di linguaggio e di metodo, la stessa considerazione per i risultati, lo stesso rispetto per i massimi esponenti.[...] ...l'impresa è possibile, come dimostrano i numerosi casi di intellettuali che hanno saputo combinare umanesimo e scienza in una sintesi globale. Per citare nomi a caso del Novecento: Bertrand Russell, matematico e premio Nobel per la letteratura, Wolfgang Pauli, premio Nobel per la fisica, e autore di un libro con Jung sulla sincronicità [...], Francisco Varela, biologo e autore di libri col Dalai Lama sulla coscienza."
In realtà, le due culture non sono altro che le espressioni dei due emisferi cerebrali: del sinistro la scienza, del destro l'umanesimo. Volerle tenere separate, o asserire la predominanza di una di esse sull'altra, significa essere a favore della lobotomizzazione culturale. L'atteggiamento corretto è invece considerarle <<entrambe necessarie, ma nessuna sufficiente>> per la descrizione della realtà e lo sviluppo della conoscenza: asserirne cioè una <<complementarità>> che non è solo un vuoto slogan, poiché ne implica, in particolare, la necessità di integrazione reciproca.
P. Odifreddi conclude l'articolo precisando quanto segue "[...] il ruolo culturale del corpo calloso che collega i due emisferi è svolto dalla matematica, che è umanistica nei contenuti, perché descrive e inventa mondi possibili, ma scientifica nel metodo, perché usa la logica[...]"
Reputo curioso l'articolo "La rivincita dei fruttivendoli", in cui si sottolinea come essi abbiano sempre disposto le arance nelle cassette, o in mucchi al mercato, colmando a ogni srato gli avvallamenti lasciati dallo strato precedente. Per quasi quattrocento anni i matematici hanno provato a cercare disposizioni più efficienti per le arance, senza trovarle. Tale problema, in realtà, era stato posto nel 1611 da Sir Walter Raleigh, "il navigatore al soldo della regina Elisabetta, che organizzò le spedizioni da cui nacque l'imperialismo coloniale inglese: la sua preoccupazione era trasportare nel modo più efficiente non arance, ma palle di cannone. Il professor Thomas Hales Dell'Università del Michigan ha annunciato nell'estate del 1998 di aver finalmente risolto questo famoso problema, grazie a una dimostrazione di 250 pagine e un programma di computer di 3 gigabytes: le arance continueranno ad avere la stessa disposizione <<in saecula saeculorum>>, perché nessuno può fare di meglio. Ovvero, anche la matematica deve inchinarsi alle leggi del mercato."
Nel saggio "Galline e teoremi" si parte dalla famosa domanda "Viene prima l'uovo o la gallina?" per giungere a citare Francis Crick, scopritore della struttura del DNA (insieme con James Watson) e premio Nobel per la medicina, nel 1962. E' stato proprio F. Crick a formulare, nel 1957, il cosiddetto <<dogma centrale della biologia>>.
Come spiega nella sua autobiografia, egli usò la parola <<dogma>> semanticamente intesa non come <<verità di fede>>, ma come <<assunto fondamentale>>, "che sta alla base della spiegazione molecolare dei meccanismi darwiniani dell'evoluzione." Tale dogma centrale della biologia afferma che "si va dall'informazione contenuta negli acidi nucleici (DNA e RNA) e nelle sequenze di aminoacidi alle proteine, ma non viceversa (gli acidi nucleici stanno alle proteine come i nucleotidi A, T, C e G stanno agli aminoacidi, e come il software sta all'hardware). In particolare, non si può creare un organismo senza avere prima la sua informazione genetica, e quindi <<l'uovo viene prima della gallina>>.
Essendo amante della precisione, P. Odifreddi si scaglia, infine, contro un uso (o meglio, <<abuso>>) improprio di determinate parole; infatti, non molto tempo fa, vari uomini politici, ricevendo avvisi di garanzia, sostenevano che i giudici avevano contro di loro un <<teorema>>, non tenendo in considerazione che tale parola significa <<affermazione provata>>. Probabilmente intendevano solo insinuare che le argomentazioni dei giudici erano cervellotiche e contrarie alla verità, ma l'autore li richiama a un rigore linguistico necessario, per cercare di impedire gli abusi a sfondo scientifico.
Credo vada riconosciuto a P.Odifreddi il merito di saper esporre in modo semplice e chiaro concetti complicati, usando, nella sua opera divulgativa, una simpatica e divertente ironia senza mai scivolare nella banalità.
Ringrazio Piergiorgio Odifreddi, che, con immancabile disponibilità, ha letto e approvato quanto sopra, prima della pubblicazione.