Ultimo aggiornamento: 23/01/2005

 

Evariste Galois “SCRITTI MATEMATICI”, A cura di Laura Toti Rigatelli, Bollati Boringhieri, 2000

Si tratta di un testo di un centinaio di pagine, dove oltre all’introduzione, ai cenni biografici e alle edizioni degli scritti matematici di Galois, sono presenti i seguenti otto capitoli :

1)     Dimostrazione di un teorema sulle frazioni continue periodiche

2)     Note su alcuni punti d’analisi

3)     Analisi di una memoria sulla risoluzione algebrica delle equazioni

4)     Nota sulla risoluzione delle equazioni numeriche

5)     Sulla teoria dei numeri

6)     Lettera ad Auguste Chevalier

7)     Memoria sulle condizioni di risolubilità delle equazioni per radicali

8)     Delle equazioni primitive che sono risolubili per radicali

Come si sottolinea nell’introduzione, gli scritti di Galois sono indubbiamente di assai difficile lettura, infatti per la completa comprensione del Mémoire sur les conditions de résolubilité des équations par radicaux, (Galois stesso nella lettera a Chevalier indica tale scritto come “prima memoria” e viene “identificato” con quella che oggi è detta teoria di Galois, dalla quale sono nati i concetti di gruppo e di campo) sono stati necessari settant’anni di studi da parte dei massimi algebristi del secolo XIX.

Questa traduzione in italiano riguarda gli scritti pubblicati nel 1846 sul “Journal” di Liouville e riediti nel 1989 dall’editore Gabay di Sceaux.

Fa riflettere noi insegnanti il fatto che Evariste Galois, benché dominato dal “furore della matematica”, abbia dovuto subire per due volte l’umiliazione di una bocciatura all’esame di ammissione all’Ecole Polytechnique (la scuola più prestigiosa di Francia). Purtroppo, come fu osservato vent’anni più tardi, “un candidato di intelligenza superiore è perduto se trova un esaminatore di intelligenza inferiore”.

AGGIORNAMENTO (23/01/2005) - "Galois -storia di un matematico" di Luca Viganò, (regia Marco Sciaccaluga) è il testo teatrale, che rappresenta la novità italiana ospitata al Teatro Duse di Genova dal 10 gennaio 2005 al 5 febbraio 2005.

"Un tragico eroe romantico
Évariste Galois morì in seguito alle ferite riportate in duello, il 31 maggio 1832. Non aveva ancora ventun’anni, ma aveva già troppo vissuto.  Come un eroe tragico, in cui genio e stupidità si fondono insieme. Perché quella fine così assurda? Ancora oggi, non si conosce esattamente il motivo del duello, né l'identità dell'avversario. Forse una provocazione da parte di un nemico politico: legato ai movimenti radicali, Galois conobbe anche il carcere a causa delle sue idee e azioni rivoluzionarie. Forse solo  una questione di donne. Forse a ucciderlo fu davvero un amico intimo, come ipotizza questa libera rivisitazione teatrale della sua biografia. Si dice che, certo di andare incontro alla morte, Galois passò la notte precedente il duello a scrivere una lunga lettera-testamento e, soprattutto, a riordinare – freneticamente – i suoi manoscritti di algebra, aggiungendo in margine a uno dei teoremi una frase che è passata alla leggenda, insieme alle circostanze oscure della sua morte: «C'è qualcosa da completare in questa dimostrazione. Non ne ho il tempo».
 
La matematica fa spettacolo
Scritto da un giovane autore italiano e già sperimentato dal Teatro Stabile di Genova in forma di mise en espace, Galois è un testo teatrale che s’inserisce con piena legittimità nel circolo ristretto dei testi affascinati dalle personalità e dal pensiero dei grandi matematici e scienziati, cui appartengono opere quali Partition di Ira Hauptman, Proof di David Auburn, Arcadia di Tom Stoppard e anche Copenhagen di Michael Frayn, che il pubblico genovese ha potuto vedere nella scorsa stagione. E poi ci sono i film, tanti e sovente di successo: da Enigma a A Beautiful Mind, sino a Π – Il teorema del delirio, Will Hunting Genio ribelle e Genio per amore, senza dimenticare I ragazzi di Via Panisperna, Morte di un matematico napoletano e, ovviamente, Non ho tempo di Ansano Giannarelli che, con la complicità di Edoardo Sanguineti, già raccontava da un’angolazione molto particolare la vita e le esperienze politiche di Évariste Galois. 

Genio dell’algebra moderna
Évariste Galois (Bourg-la-Reine 1811 - Parigi 1832) è il matematico francese noto per aver elaborato la teoria dei gruppi, che ne fa uno dei padri dell’algebra moderna. Mentre era ancora studente, presentò all'Accademia delle Scienze alcuni saggi sulle frazioni continue e sugli insiemi numerici che non furono però tenuti in considerazione. Per due volte gli venne rifiutata l'ammissione all'École Polytechnique, il più importante istituto di matematica francese; fu tuttavia ammesso all'École Normale. Si dedicò all'attivismo politico e nel 1831 venne arrestato per le sue idee palesemente repubblicane ed espulso dall'École Normale. Poco prima della morte, Galois stese di getto alcune delle sue teorie algebriche, e solo la pubblicazione postuma dei suoi manoscritti (1846 e 1870) gli valse la fama di matematico geniale.

Una vita affascinante quella di Évariste Galois. Ma come farla rivivere in teatro? Come coniugare la biografia e la leggenda? Facendosi guidare dalla Storia, certo. E dall'Algebra. Ma raccontandole concedendosi anche la più totale libertà, per portare in primo piano la tragedia di un uomo, un ragazzo, che a vent'anni ha già vissuto tre vite: quella del matematico, quella del rivoluzionario e quella dell'innamorato. E che, bruciato dalla passione, stanco e sicuro di aver fallito in ognuna di loro, non sa avere più tempo di viverle ancora (Luca Viganò)

Avevo al liceo un grande professore di Matematica. Amava la nostra voglia ribelle («Sta a voi cambiare il mondo, giovanotti!») e ci rimpinzava d'algebra. Sorrideva della nostra sete d'amore («Sembrate dei ciuchini innamorati!») e ci inebetiva di geometria. Stuzzicava la nostra fame di conoscenza ( «Allora, bimbe e bimbi, non è poi così una bischerata la matematica?»), ma quando vedeva che la sua materia diventava per noi un'arida ossessione, una maniacale vocazione, un esercizio fine a se stesso, ci faceva di colpo una lezione di storia o ci leggeva una poesia di Pascoli («Non ditelo alla professoressa di'Italiano!») 

Un giorno ci parlò di Évariste Galois, questo genio della matematica, questo giovane disperato, questo ribelle inadeguato alla vita. 

Ci commosse con la storia di questo adolescente, così simile a noi, così affamatoe assetato come noi, così più intelligente e infelice di noi.

Ci disse che in ogni scuola, in ogni classe dove dei "bischerelli" cercavano la verità, ci doveva essere sempre un banco libero per Évariste.

E da quel giorno quando faceva l'appello, fra Franceschi e Girmante, lui chiamava Galois.

In certi giorni ci sembrava di sentir rispondere: «presente!» (Marco Sciaccaluga)"  (Tratto da "Teatro stabile di Genova - stagione 2004/2005") 

Segnalo il link, per chi volesse visionare la locandina: http://www.teatro-di-genova.it/listaproduzioni.php