Ultimo aggiornamento: 10/04/2006

 

M.C. Escher, “ESPLORANDO L’INFINITO – I segreti di una ricerca artistica“, Traduzione dall’olandese di Hado Lyria, Titolo originale dell’opera “Het oneindige”, Garzanti Editore, Prima edizione: ottobre 1991

Nella copertina di questo libro si legge: “L’opera di Maurits Cornelis Escher rappresenta una delle parabole più affascinanti ed enigmatiche dell’arte del nostro secolo. Da un lato colpisce per la sua modernità, testimoniata anche dai sorprendenti legami con le scienze più avanzate. Dall’altro approfondisce temi eterni: il rapporto che lega la realtà e la sua rappresentazione, l’io e lo sguardo, lo spazio e il tempo; e ancora, le affascinanti ambiguità tra simmetria e asimmetria, finito e infinito, differenza e ripetizione. In Esplorando l’infinito è lo stesso artista olandese a illustrare il proprio lavoro, attraverso una serie di testi inediti o poco noti […]

Queste pagine, illustrate con numerose immagini in bianco e nero e a colori, offrono una autentica lezione di metodo. Escher ripercorre, commentando puntualmente il proprio lavoro, l’itinerario che porta dall’idea originaria all’opera finita: un processo in cui è impossibile separare l’intuizione creativa dal problema tecnico, il genio dell’artista e il metodo dello scienziato dall’abilità e dall’esperienza dell’artigiano. Insistendo sulla sua vocazione di grafico, l’autore parla anche dei suoi debiti con l’arte araba e giapponese, della sua predilezione per gli specchi e le forme in evoluzione, del suo amore per i paesaggi italiani.

Escher risale in questo modo alle fonti del suo efficacissimo linguaggio per immagini, illustrando nella maniera più limpida quello che potrebbe essere il proprio motto: «Il principio è caos, la fine è semplicità».”

Nelle pagine 7, 8 e 9 i curatori W.J.van Hoorn e F. Wierda sottolineano lo scopo dell’opera, precisando di aver cercato di costruire un’immagine il più possibile completa del meraviglioso mondo di Escher e presentano la struttura del libro scrivendo: “[…] La prima sezione, intitolata «Artista o grafico?», comprende quattro testi. Se ne ricava una solida immagine di Escher così come lui si vedeva, non un «artista», ma un artigiano, un grafico anima e corpo, ossessionato dai contrasti.

La seconda sezione è intitolata «Conferenze che non furono mai tenute». Nel 1964 Escher venne invitato a tenere una serie di conferenze negli Stati Uniti. Com’era sua abitudine, ne aveva preparato in anticipo la stesura completa. All’ultimo momento, tuttavia, il viaggio venne annullato per un intervento chirurgico urgente che l’artista subì in Canada. Quelle conferenze non furono mai tenute. I testi delle due conferenze che Escher avrebbe dovuto leggere durante un congresso a Lexington, nel Massachusetts, sono di particolare interesse. Ci offrono una visione d’insieme di tutta la sua opera. Abbiamo accluso ai testi le diapositive che Escher intendeva mostrare. Così tutto il tempo e la fatica dedicati dall’artista alla preparazione di queste conferenze non sono stati vani.

Nella terza sezione, intitolata «Quattro hobby», vengono approfonditi alcuni degli argomenti più importanti trattati nelle conferenze «americane»: la divisione regolare del piano, l’approccio all’infinito, la prospettiva e l’impossibile.

Esplorando l’infinito si chiude con un saggio di Jan W. Vermeulen, che curò per molti anni gli affari di Escher. In «Un ritratto soggettivo» espone il suo punto di vista personale su Escher uomo. Le idee di Vermeulen, ovviamente, non coincidono completamente con le nostre, ma riteniamo che il suo saggio sia un valido contributo alla conoscenza della personalità affascinante di Maurits Cornelis Escher.”

AGGIORNAMENTO 10/04/2006 - Avendo constatato che le attività geometriche con le trasformazioni suscitano l'interesse degli alunni, Giovanna Maria Melis, che ringrazio moltissimo, propone un'originale pps dedicata alla Similarità nella griglia; per visionare le diapositive (formato pps - MB 8.22), si clicchi qui per visualizzarla (per scaricarla in formato zip - MB 1.46 - si clicchi invece qui)