Ultimo aggiornamento: 26/12/2004

 

Apostolos Doxiadis, “ZIO PETROS E LA CONGETTURA DI GOLDBACH , Bompiani, 2000

Ringrazio Gianfranco Bo, che mi ha segnalato questo testo, inviandomi anche la sua seguente recensione: <<Solo il nipote capisce lo zio, canta Paolo Conte.
Un nipote racconta la vita dello zio Petros considerato da tutti, in famiglia, un inetto perchè ha scelto la professione del Matematico e ha dedicato tutta la sua esistenza alla dimostrazione della congettura di Goldbach. Alla fine però, un attimo prima di morire, riesce a...
E' stato definito "una detective story matematica, un meraviglioso romanzo".>>

AGGIORNAMENTO 03/09/04 - Fabio Brunelli, che ringrazio, mi ha inviato l'immagine della copertina del libro  "Zio Petros e la congettura di Goldbach", di Apostolos Doxiadis, Tascabili Bompiani, Milano, 2004 (CLICCARE QUI per visionarla) e ha scritto anche quanto segue: «Fino a qualche tempo fa l’idea di recensire un libro e insieme con esso anche uno spettacolo teatrale e…un museo mi sarebbe parsa quanto meno bizzarra. Le cose sono cambiate nel pomeriggio in cui siamo stati invitati dal prof. Enrico Giusti, assieme agli allievi della Scuola di Specializzazione, ad una particolare visita del “Giardino di Archimede”, il nuovo “Museo per la Matematica”, inaugurato quest’anno a Firenze.

Siamo stati accolti da Angelo Savelli e dai suoi attori, che ci hanno proposto una vivace lettura scenica dello “Zio Petros”, uno spettacolo itinerante nei locali del museo.

Ed eccoci trasportati come per magia ad Ekali, un isolato borgo silvano nei pressi di Atene, nella piccola casa dello zio Petros, circondata da un grande giardino e da un frutteto. E’ il giovane nipote di Petros che ci guida e ci introduce nell’avvincente storia. La famiglia Papachristos, formata da persone concrete e tutte dedite alla loro azienda (il motto del padre era: “nella vita porsi sempre obiettivi raggiungibili”), considerava zio Petros una vera “pecora nera”. Dotato dalla natura di particolare talento matematico e avviato ad una brillante carriera universitaria, aveva intrapreso una titanica lotta con la congettura di Golbach (ogni numero pari maggiore di due può essere sempre scritto come la somma di due numeri primi, come ad esempio 8, che si può scrivere 8 = 5 + 3). La congettura è una delle più famose della storia della matematica ed attende effettivamente di essere dimostrata (oppure eventualmente “falsificata”) dal 1742.

Inizialmente per riconquistare Isolde, una bella e giovane tedesca, zio Petros si lancia nella ardua impresa. Successivamente dimentica la fanciulla, ma procede nel suo studio spinto dall’orgoglio, dall’ambizione e da una passione matematica che sfiora la paranoia.

Grande è il fascino che Petros esercita sul nipote: “Ciò che avevo appreso mi lasciò sgomento. Cosa fosse precisamente quella famosa Congettura di Goldbach non lo sapevo (doveva senza dubbio essere di un 100% al di sopra della mia comprensione), e allora non mi interessava molto scoprirlo. Mi affascinava il fatto che quel mio zio gentile, modesto e riservato, era in realtà un uomo che, per propria scelta, si era buttato per anni ai limiti estremi dell’ambizione umana. Colui che conoscevo fin dalla nascita, che era addirittura un mio parente stretto, aveva passato l’intera esistenza sforzandosi di risolvere uno dei problemi più difficili della storia della matematica! Mentre i suoi fratelli erano occupati a studiare e a sposarsi, a crescere i figli e a gestire l’azienda di famiglia, consumando la propria vita come il resto dell’umanità, nel tran-tran quotidiano della sussistenza, della procreazione e dell’ammazzare il tempo, lui, come Prometeo, aveva lottato per illuminare l’angolo più buio e inaccessibile della conoscenza. Che alla fine il suo sforzo fosse fallito, non solo non lo sminuiva ai miei occhi ma, al contrario, lo elevava al picco più alto dell’eccellenza: in fin dei conti, non era questa la definizione stessa della condizione dell’eroe romantico ideale, combattere la grande battaglia pur sapendo che era una lotta disperata? In che cosa mio zio era differente da Leonida e dagli Spartani che avevano difeso le Termopili?”

Mentre eravamo presi dall’ascolto dell’entusiasta nipote ad un tratto abbiamo visto davanti a noi uscire da una porta lo zio Petros in carne e ossa, ciabatte e vestaglia, spettinato e con la barba lunga, solitario, silenzioso e a tratti burbero, sempre sommerso dalle sue carte e orgogliosamente immerso nella sua lotta per l’immortalità!

La “lettura scenica” dei bravissimi attori ci ha rapito attraverso le stanze del museo e l’ora di cena è arrivata rapidamente. Il mattino dopo diversi di noi erano in libreria, alla ricerca del testo originale.

Il romanzo, tradotto dall’inglese da Ettore Capriolo, si legge d’un fiato, sono infatti centoquaranta paginette, ed è consigliabile non solo per i suoi contenuti di storia della matematica (vi troviamo infatti Gödel, Turing e altri matematici del primo novecento) ma soprattutto per l’avvincente vicenda umana.

Una delle domande che ci siamo fatti al termine della lettura è stata: “chi è l’autore?” e ancora: “perché questo libro?” Il nostro sospetto, alimentato dalla famosa frase di Flaubert “Madame Bovary sono io!” era che Apostolos Doxiadis fosse un po’ zio Petros e un po’ il suo simpatico nipote. Abbiamo scoperto che, benché nato in Australia, è vissuto diversi anni ad Atene e all’età di quindici anni è stato ammesso alla University of Columbia, dopo avere presentato una ricerca personale al Dipartimento di Matematica…

L’autore e regista teatrale Angelo Savelli non è nuovo ad imprese del genere; da qualche tempo sta portando avanti il progetto “Scienza e Teatro”. Si tratta di un’impresa delicata, che vorrebbe approfondire il rapporto tra cultura umanistica e cultura scientifica, due mondi che, dopo Galileo Galilei, soffrono di una sterile scissione. Il progetto, che cerca di instaurare un dialogo privilegiato con gli ambienti della scuola e della università, vorrebbe perseguire la socializzazione del sapere scientifico. Un sapere che si è fatto sempre più complesso e specializzato, tanto da produrre una sorta di rinuncia alla comprensione nella gran massa dei cittadini. Questi, da un lato usufruiscono acriticamente per il loro benessere individuale dei prodotti finali della ricerca scientifica, dall’altro vengono sempre più attratti dal mondo dell’irrazionale (mi riferisco al bel fatturato di maghi e lotterie).

Il progetto di Angelo Savelli vorrebbe spaziare in diversi campi della Scienza: dalla Fisica alla Biologia, alla Matematica, affiancando agli spettacoli anche corsi, laboratori e conferenze, dove dialogheranno esponenti della letteratura, dell’arte e della scienza.

Per altre notizie sul progetto Scienza e Teatro, della Compagnia Pupi e Fresedde - Teatro di Rifredi, si veda nel sito www.toscanateatro.it

Il Giardino di Archimede, un Museo per la Matematica, ha sede in via San Bartolo a Cintola 19a Firenze. Attualmente il museo è articolato in tre sezioni. La prima, “Oltre il compasso - La geometria delle curve” rende visibile con un approccio interattivo la matematica nascosta in molti oggetti che incontriamo tutti i giorni. La seconda sezione “Pitagora e il suo teorema” offre al visitatore, attraverso divertenti, ma non sempre facili puzzles, aspetti meno noti del famoso teorema di geometria piana. La terza sezione del museo “Un ponte sul mediterraneo” racconta attraverso cartelloni e plastici la storia di Leonardo Fibonacci, del suo “Liber Abaci” e del passaggio della matematica dal mondo arabo all’Europa medievale.

Ulteriori notizie sul museo si trovano nel sito www.archimede.ms » 

AGGIORNAMENTO 26/12/04 - Grazie alla segnalazione di Gianfranco e di Fabio, ho letto la II edizione (datata gennaio 2004) di tale libro, che Ettore Capriolo ha tradotto dall'inglese e condivido l'entusiasmo manifestato dai colleghi. 

Aggiungo che l'autore, Apostolos Doxiadis, nato nel 1953 in Australia, ma cresciuto ad Atene, è stato ammesso all'University of Columbia all'età di quindici anni, dopo aver presentato una ricerca personale al Dipartimento di Matematica; si è dedicato alla regia teatrale e cinematografica e ha pubblicato saggi, racconti e romanzi.

In questo volumetto, che rappresenta il suo primo romanzo tradotto in italiano, egli ha saputo unire  razionalità e immaginazione, dimostrando come sia possibile intrecciare cultura scientifica e cultura umanistica, per creare un'opera divulgativa, in cui prevale l'acuta osservazione dell'animo umano anche se l'argomento è squisitamente matematico.