Ultimo aggiornamento: 17/06/2004

 
     
Brian Butterworth "INTELLIGENZA MATEMATICA - vincere la paura dei numeri scoprendo le doti innate della mente", Rizzoli, 1999
Tale libro comprende i seguenti nove capitoli: Pensare per numeri - Tutti contano - Nati per contare - Numeri nel cervello - Mano, spazio e cervello - Maggiore e minore - Competenti e incompetenti con i numeri - Matematica da casa, da strada e da scuola - Numeri facili e numeri difficili.
Nella "Prefazione", l'autore, che è professore di neuropsicologia cognitiva all'University College di Londra, precisa di non essere un matematico e di non essere particolarmente bravo neanche a far calcoli, però, come chiunque altro, quotidianamente usa i numeri.
Egli scrive: "A dispetto della sua qualità astratta, l'idea dei numeri sembra essere universale. Che cos'è, nel nostro cervello, che ci rende quest'idea così familiare?" Tenta di rispondere a tale domanda, cercando di dimostrare, grazie alla sua personale area di ricerca nella neuropsicologia dell'elaborazione dei numeri, che "il genoma umano (l'insieme completo dei geni, che fa di noi ciò che siamo) contiene le istruzioni per costruire circuiti cerebrali specializzati" chiamati, nel loro complesso, "Modulo Numerico", la cui funzione è quella di "classificare il mondo in termini di quantità numerica, o numerosità...", mettendoci nella condizione di percepire il numero di elementi di un insieme. Tale "Modulo Numerico", che l'autore sostiene sia innato e che l'uomo condivide con specie non umane, non funziona per numerosità oltre il 4 o il 5 al massimo e soltanto lo sviluppo e la "trasmissione di strumenti culturali" ampliano le sue facoltà. La tesi che viene presentata nel libro e che viene argomentata attraverso l'analisi delle prime forme note di conteggio (riflettendo sulle tacche incise su ossa e rocce) e attraverso la descrizione dei numerosi esperimenti e test (alcuni dei quali sono descritti anche nel libro, da me già segnalato "Il pallino della matematica" di Stanislas Dehaene) effettuati sugli animali "addestrati a enumerare" e sugli esseri umani, è, dunque, la seguente: "Nasciamo con circuiti cerebrali specializzati per l'identificazione di piccole numerosità"; il Modulo Numerico rappresenta per Brian Butterworth il nucleo centrale di tutte le nostre capacità matematiche e intorno a questo nucleo costruiamo capacità matematiche più avanzate, apprendendo dalla cultura da cui siamo circondati ciò che è già noto sui numeri; le capacità numeriche di ognuno dipenderebbero, quindi, da tre fattori: il nucleo centrale innato, le conoscenze matematiche della cultura in cui siamo immersi e la misura in cui ognuno ha acquisito tali conoscenze.
Insomma, tutti contano, escludendo soltanto coloro che soffrono di un'invalidità specifica.
L'autore sottolinea che la capacità matematiche possono essere migliorate grazie all'esercizio volontario e cita Sir Francis Galton, il quale era consapevole che "l'entusiasmo e la laboriosissima fatica sono essenziali per emergere in qualsiasi ambito, compreso quello della matematica". Cita anche Martin Gardner, un eccezionale divulgatore di matematica, riportando le sue parole, rivolte, però, a noi docenti: "Un insegnante di matematica, indipendentemente da quanto ami la sua materia e da quanto vigore metta nel suo desiderio di comunicarla, deve sempre affrontare una difficoltà soverchiante: come tenere svegli gli studenti. Mi è sempre sembrato che il modo migliore per rendere interessante la matematica agli studenti e ai profani sia quello di accostarvisi con uno spirito giocoso. Sta di fatto che il miglior modo di tener sveglio uno studente è presentargli giochi matematici interessanti, enigmi, trucchi, battute, paradossi, modelli, limerick o una qualsiasi delle centinaia di cose che gli insegnanti ottusi tendono a evitare perché paiono loro frivole" Purtroppo non esistono ricerche scientifiche sistematiche comprovanti il valore del divertimento in matematica.