Ultimo aggiornamento: 15/09/2006

 
Sezione curata da Maria Giovanna Melis

Ivana Niccolai, che ringrazio, ci segnala:
Guido Petter, “LA PREPARAZIONE PSICOLOGICA DEGLI INSEGNANTI”, La Nuova Italia, 1994 (Pagine: 300)
Come riconosce l’autore stesso nella sua Premessa, questo libro non può certamente fornire agli insegnanti, da solo, tutta la preparazione psicologica necessaria per evitare di commettere possibili errori nelle aree della didattica, della valutazione, della dinamica di gruppo, dei rapporti personali con gli allievi e anche con i loro genitori. Tuttavia, il testo offre “una visione d’insieme dei problemi e dei risultati più notevoli della ricerca psicologica che direttamente o indirettamente riguardano le situazioni educativa” e fornisce “alcune indicazioni per approfondimenti da compiere attraverso ulteriori letture o forme specifiche e «mirate» di esperienza diretta.”
La prima parte del volume comprende quattordici capitoli, di cui cinque dedicati alla conoscenza dei processi mentali:
-L’attività percettiva
-Simbolizzazione del linguaggio
-Il pensiero come attività strutturante
-L’apprendimento
-Le motivazioni ad apprendere
Altri cinque capitoli riguardano La conoscenza delle fasi dello sviluppo e vengono presi in considerazione i seguenti argomenti:
-La dinamica dello sviluppo
-Lo sviluppo cognitivo
-Lo sviluppo affettivo
-Lo sviluppo sociale e morale
-Le problematiche adolescenziali
I rimanenti quattro capitoli sono inerenti agli Aspetti psicologici della vita di gruppo:
-I gruppi e la loro struttura
-La coesione di gruppo
-La dinamica di gruppo
-Le atmosfere educative
Nella seconda parte, dedicata agli Aspetti psicologici dell’intervento educativo, sono compresi i seguenti capitoli:
-La comunicazione educativa
-La discussione di gruppo
-L’organicità delle conoscenze
-La programmazione
-La valutazione
Il linguaggio usato dall’autore è semplice e chiaro, per cui la lettura risulta molto scorrevole. Reputo particolarmente interessanti sia i vari esperimenti compiuti da determinati psicologi (tra cui cito Solomon Asch, che ha cercato di capire il meccanismo della cosiddetta “pressione di gruppo”), sia la descrizione delle caratteristiche di un rapporto educativo democratico, che meglio può garantire la realizzazione di un obiettivo che ogni insegnante dovrebbe proporsi e che può essere riassunto nel seguente motto: “Tutti uguali e tutti diversi”. Le disuguaglianze (che si manifestano in una maggiore o minore ampiezza del vocabolario, in una preparazione pregressa completa o assai lacunosa nei vari settori disciplinari, oppure si evidenziano come presenza di curiosità e di impegno, o invece di indifferenza, resistenza, rifiuto, vanno attenuate ed eliminate («tutti uguali»), stimolando processi di convergenza; quest’ultima va promossa nel senso di colmare certe gravi lacune, di creare certe abilità, di sollecitare l’assunzione di certi atteggiamenti.
In un’atmosfera educativa di tipo democratico le interrelazioni fra gli allievi sono più frequenti e l’atteggiamento di ascolto, che il docente assume, gli permette di cogliere meglio le disuguaglianze e di dare ai propri interventi un carattere più aderente alle singole situazioni e quindi anche più efficace ai fini dei necessari recuperi. Per gli alunni diversamente abili bisogna fare in modo che essi compiano le stesse esperienze culturali degli altri, anche se in forme adatte alla loro situazione.
Vanno considerate, poi, quelle differenze che hanno un carattere positivo, differenze che, manifestandosi, conducono via via alla formazione di personalità inconfondibili, uniche. Esse si esprimono attraverso l’elaborazione di uno stile personale («tutti diversi») Tali differenze vanno rispettate e favorite, perché hanno un valore positivo per il singolo e nel contempo costituiscono un arricchimento per il gruppo.
Inoltre l’atmosfera educativa più adatta, per prevenire fenomeni di devianza, è proprio quella di tipo democratico, in cui le discussioni e i lavori di gruppo, insieme con l’assunzione di responsabilità di tipo sociale rendono il gruppo più coeso, con minori probabilità che i singoli membri si allontanino da esso e dai suoi valori.

 

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