Ultimo aggiornamento: 06/01/2005

 
Sezione curata da Maria Giovanna Melis
Ivana Niccolai, che ringrazio, segnala:
Francesca Marone, "NARRARE LA DIFFERENZA - Generi, saperi e processi formativi nel Novecento", EDIZIONI UNICOPLI, Prima edizione: dicembre 2003
Questo libro fa parte della Collana "Storia sociale dell'educazione", diretta da Carmela Covato e Simonetta Ulivieri. Tale Collana vuole
valorizzare quelle ricerche che prendono in considerazione specifici temi storico-educativi, ricorrendo a una molteplicità di fonti ed elaborando nuove ipotesi interpretative, senza trascurare la costante verifica dei percorsi teorici.
Il testo (di 305 pagine) rappresenta un tentativo di riflessione per un riesame storico-critico del concetto di "identità femminile" e per una sua ricollocazione in ambito educativo.
Nel corso del Novecento le donne hanno raggiunto obiettivi importanti, quali, ad esempio, il diritto di voto e uguale trattamento rispetto agli uomini, ponendosi, come scopo, prima la parità e, successivamente, la valorizzazione della differenza, della specificità del femminile all'interno della famiglia, della società e della politica.
Un criterio di riferimento, rispetto al quale si articola il lavoro di Francesca Marone, riguarda la possibilità di cogliere, nei testi e nella
produzione culturale delle donne, la tematizzazione dei loro itinerari formativi. Vengono analizzati i processi formativi delle donne, soprattutto europee, nel XX secolo, attraverso un approccio che ricorre agli apporti di varie discipline, tra cui la psicoanalisi, la filosofia, la sociologia, l'antropologia, la letteratura, la storia dell'arte e del cinema. (L'autrice sottolinea che vi sono innumerevoli donne, al di fuori della cultura occidentale, di cui non ci è giunta alcuna voce sia per l'etnocentrismo, che ancora caratterizza la nostra formazione, sia perché la loro produzione culturale non è ancora inserita in circuiti a diffusione internazionale).
Oggi le donne hanno la «possibilità di dire», ma risulta più complesso il problema del «come dire», quindi del come narrare il proprio progetto di vita e l'intento di questo volume è anche quello di riflettere proprio su ciò, analizzando il rapporto tra linguaggio, soggettività e ordine sociale.
 

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