Accade sempre più
spesso all'università di assistere ad esperienze di uso di
nuove tecnologie nella didattica. Fioriscono le
sperimentazioni, le innovazioni, veri e propri corsi
interamente online, addirittura interi corsi di laurea, lauree
specialistiche, master e corsi di dottorato. Vedendo questi
esempi sorgono però spontanee queste domande: come avranno
fatto a farlo? se volessi farlo anche io, potrei usare gli
strumenti, i metodi, le regole etc. che hanno usato loro?
Ovvero: quali sono le condizioni per cui l'esperienza fatta
diventa ripetibile? Si tratta di una questione cruciale che
richiede un'attenta riflessione, che riguarda tutti e non solo
i singoli pionieri dell'innovazione, dal momento che in tutte
le università si sta lavorando per creare le condizioni
(infrastrutture, strumenti, regole, politiche, risorse,
personale) per le quali le iniziative di uso delle nuove
tecnologie nella didattica sono supportate in modo
sistematico. A partire da una semplice ma interessante
esperienza, in questo contributo si analizzano alcuni fattori
critici che devono essere tenuti in conto per passare da un
singolo esempio ad un'iniziativa
diffusa. |
In questo breve articolo,
è illustrata un'esperienza di uso di nuove tecnologie nella
didattica universitaria per mettere in evidenza l'entità dello
sforzo che si richiede ai "pionieri" dell'innovazione nella
didattica e la conseguente importanza di proporre sostegno ed aiuto
istituzionale coerente e coordinato per passare dall'esperienza
singola alla pratica della prassi.
L'esperienza riguarda
l'insegnamento del corso di Laboratorio di Telematica tenuto
dall'autore. Trattasi di un insegnamento obbligatorio al primo anno
di tutti i nuovi corsi di Laurea di base nel settore dell'Ingegneria
dell'Informazione. L'esperienza ha visto la collaborazione di altri
due colleghi, che tengono in contemporanea lo stesso corso, per il
progetto e la realizzazione degli interventi con un grande desiderio
di sperimentare nuove forme di didattica e nuovi metodi e di
valutarne l'efficacia e l'impatto al fine di migliorare la qualità
dell'insegnamento. Appariva evidente, però, fin dal primo
momento, che cimentarsi da soli in questa direzione era chiaramente
una strada non perseguibile: oltre alle difficoltà della nuova
sperimentazione, c'erano le difficoltà tecniche e metodologiche da
comprendere e da superare. Solo un lavoro di squadra avrebbe potuto
garantire benefici, a fronte di un grande impegno di tutti, studenti
inclusi. Forti di questa consapevolezza, si è costituito un team
composto da tre docenti più due tutori con competenze specifiche sia
della materia che degli strumenti usati per veicolare i contenuti e
supportare le attività formative. Compito dei tutori era quello di
fornire aiuto per l'interazione online con gli studenti, moderare la
loro cooperazione, fare fronte alle loro richieste di aiuto, dubbi,
consigli.
Nel nostro caso la
situazione di partenza prevedeva tre classi di laurea distinte,
ognuna affidata ad un docente. L'inizio del corso ha quindi visto
tre docenti con lo stesso programma di corso per un gruppo di poco
meno di 400 studenti da suddividere in 2 aule sufficientemente
capienti.
Il corso di Laboratorio
di Telematica, per sua natura, aveva come oggetto di studio proprio
quelle tecnologie che ci si proponeva di usare come strumento per
veicolare l'acquisizione di conoscenze e competenze. Non era nostra
intenzione però sostituire la formazione tradizionale con la
formazione online; volevamo piuttosto fare uso di strumenti e metodi
nuovi per migliorare la qualità dell'insegnamento, considerando
anche il fatto che il numero degli studenti era molto alto e che
quindi la formazione tradizionale sarebbe sicuramente stata
spersonalizzata e con scarsa interazione tra docenti e studenti e
tra studenti stessi.
Abbiamo così pensato di predisporre un
ambiente di apprendimento così fatto:
- Un sito web di supporto
al corso (contenente lucidi, dispense, informazioni, bibliografia,
notizie su come contattare i docenti, dove trovare aule attrezzate,
etc.) http://best.det.unifi.it/telematica -
Un ambiente per test di autovalutazione e per esame finale (quiz a
scelta multipla, con creazione casuale di questionari individuali e
visualizzazione delle soluzioni) - Un sistema automatico per la
prenotazione agli appelli di esame - Un forum del corso - Una
Mailing List del corso - Una Chat del corso
L'ambiente di supporto al
corso era dunque un ambiente composito, nel quale alcuni strumenti
erano usati semplicemente come servizi in quanto già esistenti e
forniti gratuitamente da provider commerciali o da organizzazioni
(Yahoo!groups http://it.groups.yahoo.com/
per la mailing list e chat, PHPBB http://www.phpbb.com/ per il
forum) o provider istituzionali (l'Ateneo fiorentino per il sistema
di prenotazione esami), mentre gli altri strumenti sono stati
predisposti, sviluppati e gestiti direttamente dagli stessi docenti
in relazione agli obiettivi specifici del nostro insegnamento (sito
web, ambiente questionari).
Disponendo di questi
strumenti si è convenuto di applicare una metodologia didattica
organizzata in modo da usare al meglio gli strumenti per supportare
le azioni formative in presenza e quelle a distanza.
A
supporto delle azioni formative in presenza: - le diapositive del
corso venivano rese disponibili sul sito del corso con circa un
giorno di anticipo sulla lezione; - le lezioni in presenza
venivano tenute a classi "virtualmente" unificate; un solo docente
parlava a turno, usando una connessione in rete locale e
condividendo voce e dati (lucidi, applicativi dimostrativi di vario
tipo) attraverso il programma Netmeeting http://www.microsoft.com/windows/netmeeting/default.asp (che
in questo caso aveva la funzione di un applicativo usato solo dai
docenti e non dagli studenti); - il docente "parlante" si trovava
fisicamente in una delle due aule, mentre nell'altra erano presenti
gli altri docenti e gli assistenti; entrambe le classi assistevano
alla stessa lezione e potevano partecipare alla discussione ed alle
domande e risposte in classe; - finita la lezione, i docenti
proponevano spunti di riflessione da analizzare in relazione ai temi
trattati, in modo asincrono ed attraverso gli altri strumenti
telematici (potevano essere approfondimenti, curiosità, problemi
etc.).
A supporto delle azioni
formative a distanza: - i docenti riproponevano quotidianamente
sul forum e sulla mailing list una sintesi degli argomenti trattati
in classe e delle proposte di riflessione emerse, invitando gli
studenti a contribuire alla discussione; - gli studenti, per la
stragrande maggioranza già dotati di un personal computer a casa o
comunque utilizzando le aule attrezzate della sede universitaria,
potevano accedere a strumenti telematici di collaborazione (forum,
mailing list, chat) per riflettere sui temi proposti a lezione, per
collaborare tra loro, risolvere dubbi o sollevare questioni ed
interessi; - i docenti ed i tutori fornivano una soluzione
conclusiva ai temi dibattuti con una scadenza settimanale, in modo
da porre fine alle discussioni, quando esse si ritenevano
esaurite; - i docenti seguivano quotidianamente le attività
on-line degli studenti, sia tramite forum e mailing list, che
tramite sessioni sincrone di chat; - gli studenti potevano
esercitarsi a distanza sui quiz di autovalutazione per monitorare il
loro stato di avanzamento nello studio; un apposito sistema
permetteva loro di generare questionari sempre diversi, creati da un
data base di circa 250 domande, di sostenere il test e di
confrontare i propri risultati con le soluzioni. I questionari erano
analoghi ai test che gli studenti si sarebbero trovati a sostenere
nella sessione ufficiale di esame; - gli studenti potevano
comunque sempre contare sulla risposta diretta e sollecita dei
docenti o degli assistenti per qualsiasi dubbio o
richiesta.
Per le azioni di
organizzazione: - gli studenti potevano appoggiarsi sulle
dettagliate istruzioni del sito per tutto ciò che riguardava le
istruzioni sul corso, incluse le modalità di comportamento, cioè il
cosiddetto codice d'onore del corso; - gli studenti potevano
usare l'ambiente messo a disposizione dall'Ateneo in modo
centralizzato per gestire l'iscrizione agli esami tramite
Web.
Il risultato
dell'esperimento è stato estremamente incoraggiante. A fronte di un
questionario finale di valutazione da noi proposto agli studenti,
dopo avere sostenuto il primo appello di esame, si è dedotto un
forte apprezzamento degli studenti per tutte le iniziative
intraprese, ed una sensazione di grande vantaggio nell'acquisizione
di conoscenze della materia e di competenze nell'uso degli strumenti
telematici, oltreché un sentimento di apprezzamento per lo sforzo e
l'interesse dei docenti nell'avere deciso di proporre metodi nuovi e
strumenti nuovi. In particolare, gli studenti hanno trovato
beneficio nell'aver potuto disporre di strumenti che supportavano la
creazione di comunità di interesse nelle quali essi stessi
conducevano dibattiti e discussioni. Hanno molto apprezzato il sito
Web di supporto, contenente materiali ed indicazioni costantemente
aggiornati che servivano per preparasi alle lezioni o per recuperare
lezioni perse. Hanno molto apprezzato il fatto di potersi esercitare
sui questionari online; i compiti online venivano discussi in modo
sincrono o asincrono da piccoli gruppi di studenti che trovavano il
modo di condividere ed aumentare le loro conoscenze. Un risultato,
tanto rilevante quanto atteso, consiste nella aumentata
consapevolezza degli studenti di avere acquisito abilità nell'uso di
strumenti telematici a supporto della loro carriera. Un loro
suggerimento molto generalizzato è stato infatti quello di mettere a
disposizione strumenti analoghi per altri corsi.
Questa "semplice"
organizzazione prevedeva dunque un uso tanto massiccio quanto
composito di tecnologie. È nostra opinione che proprio la
complessità e l'unicità del problema formativo (obiettivi,
contenuti, precondizioni, tipo di utenti) di questo, come di tutti i
problemi formativi che un docente si trova ad affrontare, trovi una
risposta soddisfacente nell'uso di un ambiente tecnologico composito
- proprio per fare fronte alle diverse esigenze - e quindi, per sua
natura, complesso.
Questo ci spinge ad una
riflessione generale sull'uso degli ambienti collaborativi (o
piattaforme) per l'apprendimento, di cui è ricco lo stato dell'arte.
Di fatto, qualsiasi piattaforma esistente si presta a risolvere una
classe di problemi e non tutti i tipi di problemi. Inoltre, per
quanto personalizzabile possa essere una piattaforma, essa sarà
tanto più flessibile quanto complessa, ma conseguentemente meno
usabile. Se ne deduce quindi che un qualsiasi docente che voglia
ripetere, o seguire, questo tipo di esperienza, non troverà la
strada spianata solo perché qualcuno prima di lui ha risolto qualche
problema, e non troverà in una delle qualsiasi piattaforme la
risposta esauriente e completa a tutti i suoi bisogni. La soluzione
deriva sempre dall'uso di un insieme complesso e personalizzato di
strumenti.
Inoltre, un'altra
riflessione ci viene spontanea: questo tipo di corso, un po' per sua
natura un po' per caso, si trovava facilitato nell'assemblare tra i
tre docenti ed i tutori vari tipi di competenze che potevano essere
necessarie per l'impresa (competenze tecniche, competenze di
contenuti, competenze pedagogiche), ma questa non è né una
condizione valida in generale, né una condizione semplice da
raggiungere. Tipicamente un docente che si cimenta da solo
nell'impresa troverà tanti e tali ostacoli e difficoltà, che
riuscirà a superare solo grazie ad una grande tenacia e ad un
impegno individuale - tratti questi legati alle motivazioni
personali e non certo dipendenti dalle sollecitazioni ricevute
dall'istituzione per la quale lavora (non esiste ad esempio nessuna
differenza di retribuzione tra un docente di tipo tradizionale ed
uno che vuole usare nuove tecnologie).
La domanda che sorge
spontanea dunque è: come si può fare affinché in ogni università si
possa generalizzare l'approccio e rendere ripetibile questo tipo di
esperienza? Si capisce che non esiste una ricetta univoca per
ripetere un'esperienza e, eventualmente, per garantirne il successo.
Si possono però fare delle riflessioni generali che possono trovare
applicazione e risposte in un intervento istituzionale coordinato e
coerente da parte dell'università:
1. Sono necessarie
infrastrutture a disposizione di tutti i docenti (PC, reti locali,
rete pubblica, applicativi specifici); questi sono elementi che
devono essere gestiti a livello centralizzato dai centri servizi
informatici dell'università. Nella nostra esperienza, essendo una
facoltà scientifica, non è stato difficile trovare la condizione
favorevole per disporre di infrastrutture adeguate ai nostri
scopi. 2. Sono necessari ambienti autore (piattaforme) e
strumenti (applicativi specifici, linguaggi di programmazione) per
la realizzazione dei vari ambienti di apprendimento o semplicemente
di elementi formativi; questi sono ambienti o strumenti che il
docente è tenuto solo in parte a dover conoscere. Anche in questo
caso la loro disponibilità dovrebbe essere gestita in maniera
centralizzata dai centri servizi dell'università, con particolari
specificità in relazione all'insegnamento dei vari tipi di
discipline (scientifiche ed umanistiche, nelle loro
sotto-articolazioni). Si evidenzia anche la necessità di disporre di
ambienti quanto più personalizzabili e flessibili. Nel nostro caso,
viste le competenze dei docenti, è stato possibile recensire e
utilizzare strumenti esistenti, così come sviluppare autonomamente
quelli che non erano disponibili. 3. Sono necessari contenuti
formativi che il docente possa riutilizzare per costruire il suo
proprio percorso anche facendo tesoro di quanto è stato fatto e
preparato prima di lui; questo è un punto centrale per il successo
della ripetibilità dell'esperienza. Non è infatti pensabile che in
generale dei docenti possano cimentarsi nella creazione da zero di
materiali e contenuti, mentre invece è pensabile che si appoggino a
risorse esistenti, magari gestite e messe a disposizione in modo
centralizzato dall'università. Questo è il primo passo per
promuovere la ripetibilità delle iniziative di didattica assistita
dalle nuove tecnologie. 4. Sono necessarie risorse umane per il
supporto tecnico e pedagogico congiunto, sia per garantire di
usufruire delle potenzialità complete degli strumenti, sia per farne
un uso efficace per l'educazione in relazione agli obiettivi
formativi; queste sono competenze che non devono necessariamente
risiedere in un solo docente, ma devono emergere e compenetrarsi in
un team di lavoro. In particolare, si prospetta una situazione utile
in cui le competenze tecniche non siano solo centralizzate a livello
di ateneo, bensì anche a livello di facoltà o di dipartimento, in
modo da specializzare al massimo la competenza in relazione anche
alla tipologia di formazione. Le competenze pedagogiche potrebbero
essere fornite in modo centralizzato dall'università da un centro di
servizi pedagogici per le nuove tecnologie, che potrebbe seguire le
diverse iniziative nelle varie facoltà, disponendo di personale
specializzato in grado di coprire le differenti aree di necessità
(facoltà scientifiche, facoltà umanistiche, lauree di base, lauree
specialistiche, formazione continua, formazione post-laurea, etc.).
Nel caso della nostra esperienza, le competenze tecniche ed, in
qualche modo, quelle pedagogiche erano disponibili nel team dei
docenti e tutori. 5. Sono necessari tutori, cioè assistenti che
abbiano sia competenze tecniche specifiche nell'uso delle
tecnologie, sia competenze di contenuti per potere seguire gli
studenti. La presenza di tutori è senza dubbio una componente
fondamentale per la riuscita dell'iniziativa. Di solito viene
valorizzata affiancando giovani docenti come dottorandi o assegnisti
(tipicamente con maggiore competenza tecnologica) a docenti, nei
quali è forte l'esperienza di didattica e quindi di metodologia.
Questo era ad esempio il caso della nostra esperienza, in cui due
dei tre docenti erano junior, uno era senior e due tutori erano
giovani dottorandi. 6. Sono necessari studenti motivati che
abbiamo voglia a loro turno di essere peer-tutor degli studenti
futuri; si ritiene che a regime questo sia un fattore cruciale di
riuscita di iniziative di questo tipo. Studenti che hanno seguito il
corso e sostenuto l'esame possono a loro volta fungere da tutori
alla pari - peer-tutor- per i loro colleghi, continuando in questo
modo a promuovere la creazione di ricche comunità di interesse.
Questo è quanto è accaduto nel nostro corso, dove i migliori
studenti e quelli più motivati hanno chiaramente espresso il
desiderio di continuare a partecipare alle attività online per
diventare moderatori e facilitatori a loro volta. 7. Sono
necessari docenti motivati ed istruiti per l'impresa; questa
condizione si raggiunge solo con la valorizzazione delle competenze
acquisite dai singoli per la formazione dei colleghi, e con
l'opportuna incentivazione a cimentarsi in imprese che richiedono un
grande impegno ed uno sforzo ingente. 8. Sono necessari ambienti
di accesso per gli studenti agli strumenti telematici; questo
implica il potenziamento di aule attrezzate o incentivi per
l'acquisto di computer e sistemi gratuiti di accesso da casa alla
rete dell'università (es. collegamento a numero verde
dell'università con autenticazione dello studente).
Ciascuno dei punti sopra
elencati apre una serie di questioni che sono estremamente
importanti e che sono oggetto attualmente di dibattito in tutte le
comunità scientifiche che trattano questi argomenti, e per le quali
sono in corso di elaborazione soluzioni, strumenti e
metodi.
Possiamo però concludere
dicendo che esperienze come quella qui descritta, cioè esperienze
estremamente appaganti e valide, possono essere al contempo
migliorate, valorizzate e rese ripetibili attivando stabilmente
specifiche e competenti equipe di persone che lavorino insieme, con
strutture di supporto centralizzate, coordinate e coerenti per ogni
università, al limite, per ogni facoltà, affinché la formazione
assistita dalle nuove tecnologie diventi la prassi, e la sua pratica
faccia progressivamente parte di tutti i percorsi
formativi.
|